La nostra sezione

Consapevoli di vivere in un epoca dove 1/5 della popolazione gode dei 4/5 delle risorse del pianeta, dove la politica sembra essere totalmente asservita all’economia e guerre e carestie si susseguono per questioni di profitto uccidendo milioni di persone innocenti, mentre qui da noi, parte ricca del mondo, diritti fondamentali come il lavoro, la casa, la salute, la scuola, l’informazione, la cittadinanza, cuore della nostra Costituzione sono sottoposti a un lento e strisciante smantellamento, il 31 maggio 2009 è stata fondata, la sezione A.N.P.I di Bovisio Masciago.
Assumendosi l’impegno di riscoprire ciò che è stata la Resistenza e la Liberazione dal nazifascismo nel nostro comune e territorio, onorare, conservare e diffondere la memoria di coloro che con coraggio, dedizione e sacrificio anche della vita, contribuirono a consegnarci un paese libero e democratico, difendere la Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza e dai valori di giustizia, libertà, solidarietà e uguaglianza per cui si batterono i partigiani. Oggi attuata ancora soltanto in parte. In parte è invece ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno e un lavoro da compiere, per noi e per le generazioni future.


Attività 2025


25 Aprile 2025

Festa della Liberazione 2025

"Manifestazione cittadina"

Oggi, è l'80o della Liberazione, l’80o anniversario dell'insurrezione che liberava Milano, divenuta simbolo della Liberazione di tutta Italia dalla dittatura, dall'occupazione tedesca. La riunificazione del territorio nazionale, la possibilità reale di una speranza nuova, una democrazia fondata su valori di uguaglianza e parità reale di diritti.

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“Non abbiamo combattuto per un re o un territorio, ma per degli ideali, che se non difesi e rinnovati sono sempre aggrediti e in pericolo.”
Queste parole di Teresa Vergalli, partigiana combattente, ci indicano tutto il senso della Resistenza, della Liberazione e del compito che abbiamo davanti. Difendere e praticare quei valori di libertà, libertà per tutti i popoli di vivere in pace, di uguaglianza degli esseri umani, chiunque essi siano, solidarietà umana e politica per la protezione di chi si trova in condizioni di difficoltà, seguire la via maestra della nostra Costituzione. I resistenti di Bovisio Masciago, maturi antifascisti, giovani generosi non più disponibili alle menzogne della dittatura, i deportati politici nei campi di sterminio, i soldati che hanno resistito alla bestiale prigionia che li ha decimati pur di non tornare a combattere per i nazifascisti, hanno scritto con il loro sacrificio la pagina più luminosa nella storia del nostro comune, una pagina del grande libro della Resistenza e della Liberazione, a questo libro non lasciamo ingiallire le pagine, ne permettiamo che il vento le possa strappare e disperdere, è un libro che appartiene a tutti, che non avrà mai l’ultima pagina, un libro in cui ognuno è chiamato a scrivere la propria riga.
W l’Italia liberata e antifascista - W il 25 Aprile - W i Partigiani

drappo per 80à della Liberazione Siamo rimasti molto dispiaciuti che l’amministrazione comunale, con la quale, come consuetudine abbiamo condiviso il programma della celebrazione cittadina, non abbia voluto esporre sul palazzo comunale il drappo celebrativo degli 80 anni di democrazia che la Liberazione ci ha consegnato.
Pensiamo sia una decisione che fa torto alla storia più dolorosa e nobile di del nostro comune. Bovisio Masciago ha contribuito alla Liberazione dal nazifascismo con la vita di:
6 civili, oppositori politici, caduti nei campi di sterminio, altri 7 tornarono dai lager con seri problemi fisici.
7 militari caduti nei lager sottoposti a tutte le privazioni per convincerli a riprendere la guerra a fianco dei nazifascisti.
3 giovani non ancora ventenni caduti combattendo nelle brigate partigiane E per gli uomini e donne che si impegnarono nella lotta di Liberazione, rischiarono la loro vita, quella dei propri famigliari e i loro beni. È stato un errore grossolano non rendere un omaggio visibile a tutta la cittadinanza, non renderla partecipe e non promuovere la conoscenza e l’interesse verso quel momento storico fondante della nuova Italia e verso quegli uomini che: citando Calamandrei …
“uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.”

dovrebbero essere, per tutti, l'orgoglio della nostra comunità.
Ringraziamo la cittadinanza che partecipando numerosa ha saputo, con creatività e con civiltà sottolineare questa mancanza.
Abbiamo accettato di annullare il previsto brindisi alla Liberazione, in conformità con il decreto ministeriale di Lutto Nazionale, che impediva alle autorità comunali così come a tutte le rappresentanze pubbliche di parteciparvi.


16 Marzo 2025

GIARDINO DELLE GIUSTE/I

foto Fernanda Wittgens
Fernanda Wittgens

Fernanda Wittgens (1903-1957) a 22 anni si laurea all’accademia Scientifico-Letteraria di Milano con una tesi in storia dell’arte. Assunta alla Pinacoteca di Brera nel 1928, nel ‘31 ne diventa ispettrice. Nel 1935 il Sovrintendente Modigliani, di origine ebraica, è allontanato dall'Amministrazione Braidense con l'accusa di antifascismo, e con le leggi razziali perde anche l’incarico; questo è ricoperto nel ‘40 da Fernanda, prima Direttrice donna in Italia. Durante la guerra mette in salvo da bombardamenti e razzie le opere d’arte dei musei milanesi, nascondendole nei sotterranei delle banche. Inoltre, fa fuggire ebrei e perseguitati di ogni tipo. Nel '44 è però denunciata da un ebreo tedesco cui aveva organizzato l'espatrio; arrestata e condannata a 4 anni di prigione, dopo 7 mesi la famiglia la fa liberare per motivi di salute. Tornata a Brera, parzialmente bombardata, la fa ricostruire e inaugurare nel ‘50. Dal ‘55 promuove innovative visite guidate per bambini, disabili e pensionati. Lo stesso anno, l'Unione delle Comunità Israelitiche la premia per il soccorso agli ebrei perseguitati.

foto Gino Strada Medico fondatore di Emergency
Gino Strada

Luigi (Gino) Strada nasce nel 1948 a Sesto San Giovanni e si laurea in medicina, specializzandosi chirurgia d'urgenza e cardiopatia. Tra '89 e ‘94 lavora con la Croce Rossa in varie zone guerra: Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Angola, Somalia e Bosnia-Erzegovina. Fonda quindi Emergency, associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo, che assiste gratuitamente milioni di pazienti in decine di paesi. Gino riceve diversi premi, e nel 2022, ad Andria, gli viene intitolata la prima Scuola Statale: il CPIA BAT Gino Strada", una scuola per adulti, che ne accoglie e ricorda l'eredità culturale con un murales e la sua frase: «I diritti degli uomini devono essere di tutti, proprio di tutti, altrimenti chiamate privilegi». di fronte all’ingiustizia della guerra ha coinvolte tantissime persone, unite da idee semplici universali: chi ha bisogno va aiutato, la guerra deve essere abolita, i diritti devono essere di tutti. Morto nel 2021, resta esempio di solidarietà, giustizia e rispetto per la dignità umana.

foto Giancarlo Siani
Ilaria Alpi

Ilaria Alpi è stata una giornalista e fotoreporter italiana, nota per la passione per l'informazione di guerra e l'impegno nel raccontare le storie delle persone coinvolte nei conflitti. Nata a Roma nel 1961, si è distinta per la profonda conoscenza delle lingue arabe e il coraggio nel recarsi in zone di guerra, come la Somalia, dove ha svolto un importante lavoro di inchiesta. Purtroppo, viene assassinata nel 1994 a Mogadiscio, insieme al suo cineoperatore Miran Hrovatin. Ilaria Alpi rappresenta un simbolo di coraggio e determinazione nel giornalismo d'inchiesta. La sua morte violenta, mentre indagava su traffici illeciti in Somalia, è un costante e doloroso promemoria dell'importanza di proteggere la libertà di stampa e di garantire la sicurezza dei giornalisti che rischiano la vita per informare il pubblico. Mantenere vivo il ricordo di Ilaria Alpi significa riconoscerne il contributo all’informazione, riflettere sulle condizioni di lavoro dei giornalisti in zone di conflitto e incoraggiare un giornalismo indipendente, critico, libero e attento ai temi sociali.

Gli elaborati prodotti dalle scuole di Bovisio Masciago, hanno animato la mattinata, offrendo a tutti i partecipanti un'occasione per conoscere e onorare persone preziose, riflettere sull'attualità del mondo e di cole tutti possiamo fare la nostra parte.
immagine locandina Giusti 2025 immagine pieghevole Giusti 2025 fotogiardino delle targhe foto momenti degli spettacoli foto momenti degli spettacoli momenti degli spettacoli foto scopertura targa
Una mattinata con il Palamedia pieno, famiglie, associazioni e istituzioni assieme, per promuovere quei valori di rispetto per la dignità umana, pace, giustizia e convivenza scritti in ogni articolo della nostra Costituzione.Le figure di Giusti proposte questo anno, sono particolarmente attuali; pensando a quanti giornaliste/i hanno perso la vita per svolgere il proprio lavoro di testimonianza, spesso scomoda, nelle situazioni più difficili di conflitto, così come gli operatori sanitari ostacolati e fatti bersaglio, uccisi durante il loro impegno umanitario. Una barbarie che investe tutti i campi dalla sopravvivenza fisica a quella culturale.
Visita al giardino dei Giusti di Milano
Le commemorazioni si sono concluse il 6 Aprile,con la visita al Giardino dei Giusti di Montestella a Milano. Un percorso nella storia italiana e mondiale, una immersione negli abissi della storia, da cui sono emerse figure di guida per una umanità rinnovata.

15 Marzo 2025

LE MADRI LONTANE

Nel contesto della
Giornata Internazionale delle Donne

La giornata internazionale della donna con la sua stratificata origine, trova il riconoscimento internazionale con la risoluzione ONU 32/142 del 16 dicembre 1977, intitolata (“United Nations Day for Women’s Rights and International Peace”).
Un cammino di eventi e lotte lungo oltre un secolo,per i diritti del lavoro, della la pace, dell’uguaglianza sociale e civile, del rispetto, della libertà di decisione sul proprio corpo; sono ancora molti gli obiettivi da conquistare.
Le donne della ricerca presentata da Stefania Prandi, sono migranti, braccianti nei campi delle primizie, badanti, oggetto delle attenzioni dei maschi, ma mai esseri umani, alla discriminazione di classe, si somma quella di genere e quella razziale.
Gli effetti di questa fatica si rilettono anche sulle famiglie; figli lasciati a casa a parenti, spesso i nonni perché le condizioni di lavoro non consentono di prendersene cura, il carico di pena e assenza da entrambe le parti, spesso sfocia in comportamenti di ribellione per le bambine/i, e malattie psicosomatiche per le madri.
Una strada ancora lunga per l’emancipazione, per il rispetto dei diritti e della dignità umana, che molto spesso ignoriamo quando ci sediamo a tavola, o affidiamo la cura della nostra casa e dei nostri anziani a loro.

foto Manifesto Le Madri Lontane Presentazione del libro di Stefania Prandi Presentazione del libro di Stefania Prandi Presentazione del libro di Stefania Prandi Presentazione del libro di Stefania Prandi Presentazione del libro di Stefania Prandi Presentazione del libro di Stefania Prandi

Un incontro denso di emozione, che ci svela il lato più doloroso di ciò che si nasconde dietro la colorata pubblicità delle offerte sottocosto dei supermercati.
Ringraziamo gli studenti della "Electric Storm" che hanno intervallato la presentazione del libro con canzoni a tema , i docenti che hanno coordinato l’evento e la dirigenza che ha voluto ospitaci.

Mostra Fotografica Oro Rosso di Stefania Prandi Mostra Fotografica Oro Rosso di Stefania Prandi Mostra Fotografica Oro Rosso di Stefania Prandi Mostra Fotografica Oro Rosso di Stefania Prandi

La mostra fotografica Oro Rosso, immagini dei luoghi di vita e di lavoro delle donne impegnate in agricoltura in Italia, Spagna e Marocco.
Le brevi didascalie che accompagnano le immagini raccontano la durezza della vita lavorativa, l’asprezza del ricatto, la nostalgia degli affetti lasciati lontano.


27 Gennaio 2025

GIORNATA DELLA MEMORIA

Posa della Pietra d'Inciampo in memoria di Ghianda Francesco

Francesco Ghianda abitava a pochi passi da qui, in Corso Italia al 25, aveva 34 anni il mercoledì 1 marzo 1944, quando uscendo presto di casa per recarsi al lavoro, salutava la sua famiglia con quei gesti così comuni e cari a tutti, per non rientrarvi mai più.
Si recò alla sezione II della Breda di Sesto S. Giovanni, dove lavorava come aiuto fucinatore, lì allo scoccare dello sciopero generale delle grandi fabbriche del Nord, la rappresaglia fu immediata.
Arrestato tra i primi, per intimidire gli altri lavoratori, fu rinchiuso a San Vittore e già il 4 Marzo fu deportato con un trasporto dal binario 21 della Stazione Centrale, che giunse a Mauthausen, il 13 Marzo 1944. Fu immatricolato con il N° Matr.57585.

foto Manifesto Giorno della memoria 2025 commemorazione del 27 Gennaio 2025 commemorazione del 27 Gennaio 2025 contributi delle studentesse e studenti della scuola media A. Cairoli commemorazione del 27 Gennaio 2025 contributi delle studentesse e studenti della scuola media A. Cairoli commemorazione del 27 Gennaio 2025 contributi delle studentesse e studenti della scuola media A. Cairoli commemorazione del 27 Gennaio 2025 intervento Pietro Arienti commemorazione del 27 Gennaio 2025 lettura del Giuramento di Mauthausen commemorazione del 27 Gennaio 2025 contributi delle studentesse e studenti della scuola media A. Cairoli foto Pietra d'Inciampo in memoria di Francesco Ghianda

Ma cosa chiedevano gli scioperanti di allora? Pace, fine della guerra, per non morire sotto i bombardamenti degli alleati o nelle rappresaglie nazifasciste, cibo per sfamare le famiglie ridotte alla miseria dalla scarsità di forniture e dalla borsa nera, fine delle liste di deportazione per il lavoro coatto in Germania, e dello smantellamento degli impianti in Italia per trasferirli in Germania, bisognava salvare i mezzi per la ricostruzione dell’Italia, un paese distrutto.
I lavoratori italiani con il loro coraggio e determinazione, riabilitarono l’immagine internazionale dell’Italia, compromessa dal fascismo.
È stato grazie al contributo delle centinaia di migliaia di lavoratori come Ghianda, di tutti i settori produttivi e dei servizi, se l’Assemblea Costituente pose proprio il lavoro a fondamento della Repubblica democratica nella Costituzione del 1948.
Ringraziamo i ragazzi della nostra scuola media che hanno voluto ricordare Francesco Ghianda con le loro riflessioni sulla guerra, la deportazione e il fiore della libertà e della giustizia, nato dal sacrificio degli oppositori al nazifascismo e di cui siamo tutti noi custodi.


24 Gennaio 2025

NESSUNO DOVEVA SAPERE

"La deportazione a Bovisio Masciago, la memoria dei sopravissuti e delle loro famiglie"

Fortunatamente, a Bovisio Masciago, non ci furono episodi di shoah, anzi abbiano testimonianze orali, di concittadini, che a loro rischio, protessero e aiutarono, ebrei in fuga verso la Svizzera.
Ma le famiglie del nostro comune furono duramente colpite, con l’internamento di oltre 80 militari nei lager tedeschi all’indomani dell’8 settembre 43, e con la deportazione di 14 oppositori politici, e il carcere per molti altri.
Sono 7 i militari sterminati nei lager a causa delle bestiali condizioni di vita e i rischi a cui erano esposti, per il loro rifiuto di continuare la guerra a fianco dei nazifascisti.
Per loro, fu inventata la categoria degli IMI così da poter violare tutti i trattati e le convenzioni sui prigionieri di guerra, negando la protezione di cui avevano diritto. Sono stati uccisi: Donzelli Umberto, Marra Donato, Missaglia Eugenio, Molteni Ambrogio, Reali Giuseppe, Rebosio Mario, Villa Carlo, un ottavo soldato Colombo Enrico viene ricordato sulla tomba di famiglia nel nostro cimitero pur risultando residente a Limbiate.

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La deportazione politica cominciò il 1 Marzo 1944 con Ghianda Francesco, operaio alla Breda di Sesto S. Giovanni, poi nel novembre 44 furono inviati nei lager: Andermark Agostino, Bettini Amedeo, Biga Mario, Bignami Angelo, Dr. Biraghi Oreste, Carlini Umberto, Chilò Enrico, Giussani Pierino, Lavezzari Carlo, Monguzzi Mario, Moi Antonio, Pappalettera Vincenzo, Sala Ferruccio.
Oggi ricordiamo quella storia e quelle storie perché in quei giorni, in quei fatti, in quelle scelte, prese forma e orientamento la nostra storia e la storia dell’Europa.
Loro, i militari che rifiutarono di continuare la guerra per servire il nazifascismo, e gli oppositori politici al regime; hanno avuto la volontà e il coraggio di tenere acceso il lume della speranza, la visione di un mondo più umano, nonostante il buio totale e minaccioso che li circondava, oggi quel loro piccolo lume, quella enorme speranza è il nostro cantiere.
Soprattutto, Oggi, nel momento in cui le grandi organizzazioni internazionali che furono pensate a guerra ancora in corso e perfezionate nel percorso di ricostruzione del mondo, con lo scopo di proteggere l’umanità e garantire il rispetto di quel giuramento di MAI PIÙ pronunciato all’indomani della scoperta di Aushwitz e del potere della bomba atomica, sono messe in discussione, attaccate, e ridotte all’inattività, mentre, i principi e valori sanciti dai deportati superstiti il 16 maggio 1945 nel giuramento di Mauthausen. La messa al bando del nazionalismo aggressivo e del razzismo, l’affermazione del diritto all’uguaglianza e alla fratellanza tra i popoli, la libertà di confronto, per decidere democraticamente il nostro comune destino, l’esperimento di un mondo senza barriere tra le genti, attraverso il progetto di un’Europa unita e per la pace. Questi, principi oggi vengono sviliti nel loro significato. Un cantiere quindi da mantenere attivo, un lavoro quotidiano per tutti noi. “Per noi, che tornando a casa la sera, troviamo cibo caldo e visi amici” Come ci ammonisce Primo Levi Perché, come allora, anche in un piccolo paese come il nostro, possano nascere i sentimenti e l’impegno, per stare nella storia, guardando ad un orizzonte più umano di quello che conosciamo oggi, affinché anche noi come loro, possiamo lasciare un mondo migliore di come l’abbiamo trovato. Ringraziamo la compagnia “TEATRO PERIFERICO” per aver accettato il compito di rendere questo giorno espressamente dedicato ai Bovisiani e alle loro famiglie,
alle vittime dell’odio che uccide, sintesi del concetto di nazifascismo.