"La deportazione a Bovisio Masciago, la memoria dei sopravissuti e delle loro famiglie"
Fortunatamente, a Bovisio Masciago, non ci furono episodi di shoah, anzi abbiano testimonianze orali, di concittadini, che a loro rischio, protessero e aiutarono, ebrei in fuga verso la Svizzera.
Ma le famiglie del nostro comune furono duramente colpite, con l’internamento di oltre 80 militari nei lager tedeschi all’indomani dell’8 settembre 43, e con la deportazione di 14 oppositori politici, e il carcere per molti altri.
Sono 7 i militari sterminati nei lager a causa delle bestiali condizioni di vita e i rischi a cui erano esposti, per il loro rifiuto di continuare la guerra a fianco dei nazifascisti.
Per loro, fu inventata la categoria degli IMI così da poter violare tutti i trattati e le convenzioni sui prigionieri di guerra, negando la protezione di cui avevano diritto.
Sono stati uccisi: Donzelli Umberto, Marra Donato, Missaglia Eugenio, Molteni Ambrogio, Reali Giuseppe, Rebosio Mario, Villa Carlo, un ottavo soldato Colombo Enrico viene ricordato sulla tomba di famiglia nel nostro cimitero pur risultando residente a Limbiate.
La deportazione politica cominciò il 1 Marzo 1944 con Ghianda Francesco, operaio alla Breda di Sesto S. Giovanni, poi nel novembre 44 furono inviati nei lager: Andermark Agostino, Bettini Amedeo, Biga Mario, Bignami Angelo, Dr. Biraghi Oreste, Carlini Umberto, Chilò Enrico, Giussani Pierino, Lavezzari Carlo, Monguzzi Mario, Moi Antonio, Pappalettera Vincenzo, Sala Ferruccio.
Oggi ricordiamo quella storia e quelle storie perché in quei giorni, in quei fatti, in quelle scelte, prese forma e orientamento la nostra storia e la storia dell’Europa.
Loro, i militari che rifiutarono di continuare la guerra per servire il nazifascismo, e gli oppositori politici al regime; hanno avuto la volontà e il coraggio di tenere acceso il lume della speranza, la visione di un mondo più umano, nonostante il buio totale e minaccioso che li circondava, oggi quel loro piccolo lume, quella enorme speranza è il nostro cantiere.
Soprattutto, Oggi, nel momento in cui le grandi organizzazioni internazionali che furono pensate a guerra ancora in corso e perfezionate nel percorso di ricostruzione del mondo, con lo scopo di proteggere l’umanità e garantire il rispetto di quel giuramento di MAI PIÙ pronunciato all’indomani della scoperta di Aushwitz e del potere della bomba atomica, sono messe in discussione, attaccate, e ridotte all’inattività, mentre, i principi e valori sanciti dai deportati superstiti il 16 maggio 1945 nel giuramento di Mauthausen.
La messa al bando del nazionalismo aggressivo e del razzismo, l’affermazione del diritto all’uguaglianza e alla fratellanza tra i popoli, la libertà di confronto, per decidere democraticamente il nostro comune destino, l’esperimento di un mondo senza barriere tra le genti, attraverso il progetto di un’Europa unita e per la pace. Questi, principi oggi vengono sviliti nel loro significato.
Un cantiere quindi da mantenere attivo, un lavoro quotidiano per tutti noi. “Per noi, che tornando a casa la sera, troviamo cibo caldo e visi amici” Come ci ammonisce Primo Levi
Perché, come allora, anche in un piccolo paese come il nostro, possano nascere i sentimenti e l’impegno, per stare nella storia, guardando ad un orizzonte più umano di quello che conosciamo oggi, affinché anche noi come loro, possiamo lasciare un mondo migliore di come l’abbiamo trovato.
Ringraziamo la compagnia “TEATRO PERIFERICO” per aver accettato il compito di rendere questo giorno espressamente dedicato ai Bovisiani e alle loro famiglie,
alle vittime dell’odio che uccide, sintesi del concetto di nazifascismo.